Ondulazioni regolari su superifici polimeriche

Scoperto il modo di produrre ondulazioni regolari su superifici polimeriche, analoghe alle ondulazioni che si trovano in molti sistemi naturali, quali i deserti, i fondali marini o nella crescita dei cristalli con dimensioni di qualche decina di nanometri. La scoperta può aiutare la comprensione delle proprieta’ dei polimeri in sistemi confinati.
Prendiamo un deserto sabbioso, lasciamo lavorare il vento e vedremo la superficie incresparsi dando vita alle dune. Le stesse ondulazioni le possiamo osservare nei fondali marini, nella crescita dei cristalli e in tantissimi altri fenomeni naturali intorno a noi.
Un gruppo di ricercatori di tre istituti del CNR (Istituto nanoscienze, Istituto di struttura della materia e Istituto nazionale di ottica), della Scuola Normale Superiore, dell’Université Libre di Bruxelles (ULB) e dell’IMDEA Nanociencia di Madrid, hanno dimostrato che è possibile riprodurre le tipiche dune della spiaggia su pezzetti minuscoli di PET, il polimero di cui sono fatte le bottiglie di plastica che usiamo tutti i giorni.
La forma è la stessa, ma le dimensioni no! Nel deserto, queste onde corrono su diverse decine di metri, mentre sulla plastica hanno grandezze caratteristiche di appena 100 miliardesimi di metro. Gli scienziati, autori della scoperta, affermano che la loro tecnica offre molti vantaggi, quali l’estremo ordine delle strutture prodotte e la possibilità di creare dune di qualsiasi forma e geometria desiderata, triangolari, circolari, ovali ecc. Inoltre, gli autori sostengono che il loro lavoro può contribuire ad una migliore comprensione sia dei meccanismi di formazione delle dune, oggi in parte ancora oscuri, sia delle proprietà superficiali delle plastiche che usiamo tutti i giorni.
I risultati di tale ricerca sono stati pubblicati sull’ultimo numero della rivista scientifica Nanotechnology, [Nanotechnology 23 (2012) 475301], e l’articolo è temporaneamente liberamente scaricabile dal seguente link