La memoria che spinge nel futuro i computer a superconduttori
(fonte ANSA)
Promette di trasformare in realtà i computer a superconduttori, la nuova memoria messa a punto in Italia e descritta sulla rivista Nature Communications. I computer a superconduttori promettono infatti una maggiore potenza di calcolo, ma finora non potevano contare su memorie stabili e di dimensioni ridotte.
Il passo in avanti è arrivato grazie alla prima memoria superconduttiva stabile, ottenuta nell’Istituto di nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nano), presso il Laboratorio NEST della Scuola Normale Superiore a Pisa. Sviluppata da
Nadia Ligato, Elia Strambini e Federico Paolucci, coordinati da Francesco Giazotto, la memoria è risultata estremamente stabile, mantenendo il proprio stato per molte ore.
“Poiché le memorie a superconduttore sono molto sensibili al rumore esterno, che deteriora il loro stato, la sfida è progettare nano-dispositivi stabili e protetti dalle perturbazioni”, osserva Elia Strambini di Cnr-Nano in una nota.
“Nella nuova cella di memoria lo stato logico, il classico 0 o 1 del bit dei computer, è stato codificato nel verso orario o antiorario della corrente superconduttiva che scorre in un circuito composto da un nanofilo di alluminio. Nel nostro dispositivo il verso della corrente è una grandezza particolarmente stabile – per invertirlo serve un’energia molto maggiore di quella fornita dal rumore – è quindi uno stato logico robusto e poco sensibile ai disturbi. Le misure hanno mostrato che la memoria conserva il suo stato inalterato per almeno tre giorni”.
Quella messa a punto dai ricercatori italiani è inoltre tra le prime memorie superconduttive a dimensioni ridotte. “Per ora è un prototipo che dimostra la fattibilità della nostra intuizione. Ulteriormente sviluppata e resa scalabile in matrici di molti bits, questa memoria potrebbe essere impiegata nei supercomputer di nuova generazione che necessitano di memorie RAM efficienti”, conclude Strambini. Il gruppo di ricerca coordinato da Giazotto, presso il NEST, utilizza tecniche criogeniche di avanguardia che, unite alla fabbricazione della nanotecnologia, lo rendono uno dei pochi gruppi a livello mondiale in grado di effettuare simili misure di elettronica quantistica dei superconduttori.